Borghi
Roccasecca
Il centro storico e le Gole del Melfa
Roccasecca sorge alle pendici del Monte Asprano, su un rilievo a 245 m s.l.m. che si affaccia sulla Valle del Liri. La rocca fu costruita nel 994 dall’abate di Montecassino Mansone, per difendere l’abbazia e la Valle di Comino. Mansone affidò il castello ai Conti d’Aquino, la famiglia del celebre teologo e filosofo San Tommaso, che proprio qui ebbe i natali nel 1224. Nei secoli successivi Roccasecca passò agli Angioini, poi allo Stato Pontificio e agli Aragonesi. Nel 1538 fu venduta al duca di Sora Giacomo Boncompagni. Dopo il 1860 Roccasecca entrò a far parte del Regno d’Italia; nello stesso periodo fu realizzata la ferrovia Roma-Napoli e molti abitanti emigrarono in cerca di lavoro nel nord Italia e all’estero. Durante la Seconda guerra mondiale subì notevoli danni per la presenza della stazione ferroviaria e del ponte sul fiume Melfa, per i quali fu scelta come quartier generale dell’esercito tedesco. La città fu colpita da continui bombardamenti da parte degli Alleati, culminati con la distruzione della stazione ferroviaria il 23 ottobre 1943. Nel dopoguerra iniziò la ricostruzione, seguita dal boom economico e dalla nascita dell’area industriale. Il 14 settembre 1974 papa Paolo VI visitò la città di Roccasecca in occasione del settimo centenario della morte di San Tommaso.
Oggi l’abitato di Roccasecca è diviso in quattro borgate: Castello, Centro, Caprile e la più moderna Roccasecca Scalo.
Nel rione Castello, dominato dai ruderi dell’antico maniero, si trovano la trecentesca Chiesa di San Tommaso, la prima costruita in onore del santo, e la Chiesa barocca di Santa Maria Assunta, che conserva al suo interno alcuni dipinti di scuola napoletana del Settecento.
A poche centinaia di metri dal Castello si trova il Centro storico di Roccasecca, in cui si possono ammirare l’elegante Palazzo Boncompagni oggi sede del Municipio, la Chiesa di San Francesco con l’annesso Convento e la Chiesa di Santa Margherita anch’essa in stile barocco.
Nel vicino borgo di Caprile sorge la piccola Chiesa rupestre di San Michele Arcangelo, un antico eremo utilizzato fino al secolo scorso per la sepoltura di coloro che morivano per malattie infettive; conserva preziosi affreschi di scuola benedettina dell’XI e XII secolo, in parte staccati e custoditi presso la vicina Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
La Chiesa di San Vito a Roccasecca Scalo, nella parte bassa del paese, è stata costruita nel punto in cui la via Latina, fin dall’età romana, attraversava il fiume Melfa su un ponte. Nelle pareti esterne sono murati alcuni reperti architettonici ed epigrafi di età romana, mentre all’interno il pavimento è stato realizzato con blocchi lapidei provenienti forse dal vicino ponte romano.
La statua di San Tommaso d’Aquino dell’artista Giuliano Vangi (2005), alta 9 metri, si trova all’inizio del Tracciolino, la suggestiva strada aperta nel 1871 che collega Roccasecca a Casalvieri e che percorre le Gole del fiume Melfa, in uno scenario caratterizzato da torri di avvistamento, ricoveri ed eremi immersi in una natura incontaminata. A poca distanza dall’inizio del Tracciolino un facile sentiero conduce all’Eremo dello Spirito Santo risalente al 1100. Sopra la chiesetta si conservano alcune grotte, con le celle dei monaci distribuite intorno ad un ambiente comune. Un sistema di canalette scavate nella roccia consentiva la raccolta dell’acqua piovana in una cisterna, le cui dimensioni piuttosto contenute fanno pensare ad una piccola comunità di religiosi.
Tra le ripide pareti delle Gole del Melfa nidificano numerose specie di rapaci, tra cui il falco, il gheppio, il nibbio e, negli ultimi anni, anche le aquile reali.